Traduzione incontrollata e il traduttore professionista

traduzione incontrollata

Inutile negarlo, l’innovazione tecnologica ha rivoluzionato le nostre vite. Dalla quotidianità alla vita professionale, i cambiamenti sono sotto gli occhi di tutti. Il settore della traduzione ha conosciuto, forse più di altri, un mutamento radicale dei propri equilibri e delle condizioni necessarie allo svolgimento dei propri processi. Questi cambiamenti, come spesso accade, hanno avuto come diretta conseguenza l’insorgere di diverse problematiche (spesso di natura comica) legate al completo affidamento agli strumenti di traduzione automatica. Oggi parleremo del fenomeno della traduzione incontrollata, e di come un professionista possa consentire una corretta localizzazione di pagine web, campagne marketing e dell’intera comunicazione di aziende e privati.

L’articolo odierno nasce quasi per caso. Il tema dell’eccessiva confidenza nei confronti della traduzione automatica è molto inflazionato all’interno del nostro ambiente, e le modalità con le quali questa si esprime offrono ogni giorno nuovi spunti di riflessione.

Anzitutto, occorre specificare cosa si intende per “traduzione incontrollata”. Una definizione corretta potrebbe essere la seguente: la pratica di eccedere nel tradurre pagine web, contenuti e messaggi di vario genere in lingue per le cui culture il testo non è funzionale, utile o pertinente. Mancato controllo dell’informazione veicolata, eseguendo un’inaccurata localizzazione per l’utente finale.

L’internazionalizzazione è certamente una delle chiavi di crescita per molte attività. Parlare la lingua dei propri clienti, come espresso in un articolo leggibile al link in arancione, consente di istaurare con loro un rapporto diretto, privilegiato sotto certi punti di vista.

L’argomento di oggi nasce da una traduzione incontrollata messa in atto dal colosso di Cupertino, Apple.

Nota importante: il nostro articolo non vuole in nessun modo criticare o discriminare il lavoro dell’azienda, che spesso si è mobilitata per l’inclusione linguistica dei propri prodotti. L’esempio nasce da una svista comprensibile e viene utilizzato da noi con il solo scopo di “istruire” gli utenti in merito alla traduzione incontrollata.

Apple e la traduzione incontrollata

Apple, rispettando i principi dell’accessibilità linguistica, ha da sempre consentito ai propri utenti di tutto il mondo di accedere a informazioni, guide e prodotti nella propria lingua madre.

Tuttavia, questo processo è soggetto a falle di sistema dovute a un’eccessiva traduzione dei testi destinati a un pubblico internazionale, ma non globale.

Arriviamo al punto, così da risultare più chiari.

L’app News di Apple rappresenta un ottimo modo per restare aggiornati sugli avvenimenti quotidiani più rilevanti. In sostanza, il widget propone all’utente una serie di articoli pubblicati sulla stampa internazionale, visionabili con un semplice clic.

Alcuni giorni fa, stufo di leggere sul mio melafonino notizie poco interessanti scritte da testate giornalistiche di dubbia neutralità, ho deciso di informarmi sulle possibili soluzioni al mio problema.

Cercando in rete un modo per selezionare le fonti di informazione consigliatemi dal mio telefono, sono imbattuto in una pagina Apple. Chi meglio del produttore può spiegarmi come fare?

Ecco, forse la risposta non è quella prevista.

La pagina in questione mi consigliava di recarmi sull’app in questione ed effettuare all’interno di essa pochi e semplici passaggi per raggiungere il mio obiettivo.

Tuttavia, già dai primi passi riscontro diverse problematiche, prima fra tutte trovare quest’applicazione. Torno sul sito Apple, e mi rendo conto di una nota “Apple News e Apple News+ non sono disponibili in tutti i paesi o in tutte le zone”. Tuttavia, la possibilità di leggere le istruzioni nella mia lingua mi ha portato a credere che questa precisazione non fosse diretta a me, dal momento che mi veniva spiegato come attuare queste procedure nella lingua del mio Paese.

Dopo ore di tentativi, e non poco nervosismo, mi imbatto in un articolo scritto dal sempre utile Salvatore Aranzulla. All’interno del testo era specificato che l’applicazione News è disponibile esclusivamente nel Regno Unito, Australia, Canada e Usa. In Italia è possibile usufruire del widget ma non dell’app.

Come evitare queste situazioni

Ma com’è possibile? Perché tradurre in italiano delle istruzioni per un prodotto non disponibile in Italia?

Le soluzioni possono essere molteplici ma sono due le più plausibili.

La prima, la pagina non doveva essere tradotta in italiano.

Questo rappresenta il primo caso citato all’interno della nostra definizione. Il team che si occupa della traduzione ha incluso idiomi non necessari, localizzando le informazioni per gli utenti sbagliati.

La seconda, più attendibile, il testo è stato tradotto per gli utenti italiani residenti nei quattro Paesi sopracitati.

Anche quest’ultimo rientra negli scenari previsti dalla traduzione incontrollata, poiché un professionista avrebbe con ogni probabilità aggiunto all’interno della nota l’impossibilità di attuare queste indicazioni per gli utenti italiani residenti in Italia.

In conclusione, una localizzazione più attenta avrebbe certamente risparmiato, a me e a molti altri utenti, ore di vane ricerche nel tentativo di attuare delle indicazioni fuorvianti. Il mondo dei servizi linguistici può contare su professionisti preparati e attenti. Includerli all’interno del processo traduttivo permetterà di ottenere il miglior risultato possibile, mostrando al meglio la nostra realtà.

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