Nell’ambito delle professioni incentrate sull’interculturalità e sull’utilizzo di codici linguistici differenti, oltre alla figura del traduttore professionista e dell’interprete (di conferenza, consecutiva e simultanea) è probabile che si abbia sentito parlare del mediatore linguistico o di mediazione linguistica.
Il mediatore
Il mediatore, così come lo definisce Garzanti Linguistica, è colui che: si interpone fra due parti per far loro conseguire un accordo.
Un soggetto che dev’essere quindi neutrale e agire in maniera oggettiva, con l’obiettivo di fare da “boa d’ormeggio” in caso di controversie e discussioni. Ammorbidendo l’impatto di una nave/locuzione al fine di far ormeggiare in acque tranquille l’esito della conversazione.
Ammortizzatore quindi, moderatore, ma mai bugiardo, dovrà cercare di abbassare i toni e colmare le incongruenze e incomprensioni senza mai rivoluzionare la natura del messaggio.
Linguistico
Perché il mediatore può agire su diversi piani in differenti contesti.
Nel nostro caso si tratterà di due controparti aventi come lingua madre due lingue diverse e/o appartenenti a due culture differenti (ad esempio italiano e francese). Quindi impossibilitati non solo a raggiungere un accordo pacifico (nell’eventualità di un conflitto) ma addirittura a potersi comprendere l’un l’altro.
Dico nell’eventualità proprio perché esistono diversi fattori che possono portare alla necessità dell’aiuto di un mediatore, non solo liti, ma anche divergenze culturali tali da far abissare il processo di comunicazione (anche nel caso in cui si parli una lingua comune), problemi didattici, penali o familiari.
La figura professionale
In conclusione, il mediatore linguistico non agisce solamente da interprete, permettendo di comunicare alle due parti nella propria lingua madre, ma opera anche su un piano culturale, affievolendo le divergenze culturali tali da creare incomprensioni o peggio fraintendimenti capaci di inficiare pesantemente il risultato, ad esempio, di una trattativa.
Il suo intervento si rende necessario quando il gap linguistico/culturale è ampio e dove risulti come obiettivo finale il raggiungimento di un accordo.
Non solo doti linguistiche e interculturali quindi, ma anche capacità ed esperienza nell’ambito della mediazione…
Stefano Gaffuri