La parola azzeccata…traduzione e contesto

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La parola azzeccata è diversa dalla parola giusta. E questo avviene nelle traduzioni.
(Fausto Melotti)

Traduzione e contesto

La parola azzeccata, da noi interpretata non solo come quella giusta da un punto di vista di equivalenza linguistica in senso lato, bensì l’unica possibile in un dato contesto ed eventualmente cotesto.

Per ogni termine, i nostri dizionari bilingue, cartacei e online, forniscono solitamente più di un traducente, ma sta all’esperienza del traduttore identificare e scegliere la parola “azzeccata” (passatemi il termine, mi lascio influenzare dalla citazione) che quel determinato parlante in quel determinato contesto avrebbe usato, se la lingua di arrivo fosse stata la sua lingua madre (da qui Traduzione e contesto).

Esempio Francese – Italiano

Mi spiego meglio, un ragazzo francese dice ad un amico: “Ma meuf m’a quitté”, dove “meuf” è un chiaro esempio di uso del verlan (linguaggio giovanile entrato con alcuni termini nell’uso comune, basato sull’inversione sillabica della parola) dove “femme” diventa “meuf”, tradurlo con “la mia ragazza” oppure “la mia fidanzata” sarebbe sicuramente corretto da un punto di vista semantico privo di contestualizzazione, ma un ragazzo che in questo caso SCEGLIE di non utilizzare “femme”,”fille” o “petite-copine”, in italiano avrebbe molto probabilmente optato per “la mia tipa mi ha mollato”.

5W questions e Pragmatica

Il significato di una frase, come ci insegna la Pragmatica e come molti già sapranno, è dato dal contesto, ovvero chi dice cosa a chi, dove, come, quando e perché (5W questions). Questo spiega il perché le capacità fondamentali di un traduttore siano non solo la conoscenza delle due lingue in gioco, ma l’esperienza pratica del loro utilizzo da parte dei parlanti (influenzati dalla cultura) nelle varie nazioni, nonché dell’esperienza in quanto traduttori capaci di intervenire con i giusti strumenti sul testo sorgente. Nel mio caso è essenziale la mia conoscenza della lingua francese, e del suo utilizzo da parte dei nativi, necessaria alla corretta e completa comprensione del messaggio insito nel testo di partenza, avvalendomi poi della mia esperienza quotidiana, in quanto madrelingua, della vita e della cultura del mio paese (l’Italia) al fine di poter scegliere consapevolmente la parola “azzeccata”. Questo per far sì che un utente italiano possa comprendere tutto ciò che un francofono capisce, non solo quello che attivamente viene comunicato, ma anche le informazioni che inconsapevolmente vengono trasmesse (età, ceto sociale, livello di istruzione, orientamento politico ecc…).

In sintesi, se tradurre è riscrivere un testo scritto nella lingua di partenza in un testo scritto nella lingua di arrivo, è essenziale comprendere a pieno il testo sorgente e padroneggiare, oltre alle varie tecniche di traduzione (spesso fondamentali), la lingua di arrivo. Solo così si potrà ottenere una traduzione di qualità, rendendo giustizia a tutte le sfaccettature del testo di partenza.

Stefano Gaffuri

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